La bicicletta "messa male" soffre della mancanza del suo splendore originale ma ha un gran bagaglio di storia (anche se ci sono eccezzioni). La bicicletta restaurata completamente è un po' "finta"... ci sono gli amanti di una e dell'altra soluzione, inevitabile, come chi tifava Coppi o Bartali o chi era per Moser o Saronni.
Sarebbe bello mettere d'accordo tutti no? Diciamo che se si ha davanti un certo tipo di bicicletta una o l'altra soluzione è preferibile, questo è il mio pensiero ma in generale è abbastanza condiviso.
Mi spiego, se la bici che si ha la fortuna di avere di fronte è una bicicletta di Coppi o di un'altro grande campione o se semplicemente è di un periodo storico particolare, diciamo fino agli anni sessanta, e la sua storia, appunto, vale molto più di una cromatura, è preferibile lasciare il campo ad un restauro conservativo o meglio conservativissimo... mi raccomando non togliete o lavate via quanto c'è di originale in questo tipo di biciclette.
Viceversa una bici più recente '70 o '80 magari messa veramente male e impietosamente piena di ruggine vale un restauro dalla A alla Z e una vernice tutta nuova. Che tra l'altro la protegge, se si usano le dovute accortezze, da danni del tempo futuri.
Veniamo alla nostra Bianchi Specialissima 1981, la valutazione della situazine in essere è la prima cosa, il telaio in tubi Columbus KL è un telaio top dell'epoca, il montaggio è stato rimaneggiato o comunque si era scelto un montaggio economico e si può tranquillamente dire non all'altezza. Il telaio e la forcella non presentano particolari problemi qualche graffio, qualche salto d vernice tutti relativi alla sola vernice che non hanno intaccato al cromatura di fondo. Molto bene. Dopo la prima pulizia molte brutture sono apparse più limitate ed è riapparso un celeste Bianchi forse un po' stanco ma ancora molto bello.
Che fare? Il tipo di bicicletta e l'epoca mi direbbero: "rivernicia tutto e ridona un look originale e perfetto". La bicicletta però non è messa così male, le decal sono quasi perfette e sono naturalmente le originali. Una copia moderna è pur sempre una copia moderna.
Facciamo un tentativo, facciamo un restauro semi-conservativo e vediamo i risultati.
Cosa cercare di mantenere? Le cromature sono molto buone, quasi perfette, la cromatura in questo telaio tra le altre cose è completa cioè è presente anche sotto le parti verniciate, ragione ulteriore per non rischiare di doverla fare da capo con una sverniciatura completa. Le decal non sono perfette al 100% però sono molto buone quelle con la dicitura Bianchi su tubo obliquo e piantone, buona la scritta "specialissima" che chiaramente identificando la bici è molto importante, fregio adesivo con l'acquila sul tubo sterzo parecchio rovinato, sbiadito, per ora lo terrei. Adesivo "Prodotti Spedciali Campagnolo" posto tra le due leve del cambio nella faccia superiore del tubo obliquo, buono. Adesivo Columbus KL diciamo compromesso.. è mancante per più di metà...proviamo a tenere anche quello.
Le decal vissute, come avrete capito, non mi dispiacciono, sono un po' meno favorevole ai salti di verice e ai graffi. Su questo telaio e forcella i salti di vernice, fortunatamente sono superficiali e mai arrivano a compromettere anche la cromatura sottostante. La forcella ha qualche segno sugli steli e sulla testa soprattutto nella zona dove si alterna la parte cromata e la parte verniciata. Il telaio ha segni in diversi punti, una grattata sui pendenti posteriori più evidente su quello destro, una parte di vernice andata via sotto il tubo obliquo subito prima della scatola del moviemnto centrale, anche sotto il movimento centrale non è tutto ok, poi c'è il segno classico sull'obliquo sopra i comandi del cambio dove va accidentalmente a sbattere il freno a manubrio tutto girato; poca roba ma sommando tutto... non ci piace. La vernice celeste è un po' sbiadita e rovinata da qualche macchia tenace, di nuovo ci piace poco.
Constatato questo stato ho deciso per fare una verniciatura del telaio preservando le decal, primo problema il colore... deve essere "identico!!", o quasi, la transizione tra parti verniciate e non verniciate deve essere naturale e quanto possibile impercettibile. Un "esperto del colore" mi ha preparato un Celeste Bianchi sulla base del colore del telaio, in particolare preso da una parte della forcella che era in buono stato e sembrava essere meno sbiadita o rovinata. Il celeste Bianchi è una questione "particolare", negli anni non è stato sempre lo stesso identico colore e non è conosciuta la "formula" o il "codice"... diciamo che siamo nell'ambito del mito... come la Coca-Cola o la Nutella. Con diversi tentativi e buon occhio si può riprodurre un colore adeguato, meglio quindi se si parte da un colore originale.
Soddisfatto del colore ho iniziato a lavorare il telaio, le zone rovinare sono state trattate con una delicata carteggiatura rifinita con un spugna levigante da carrozzeria, bisognava cercare di limitare il "salto" prodotto dalla mancanza di vernice originale. Una ulteriore pulizia del telaio è stata necessaria per eliminare il più possibile le imperfezioni.
La mascheratura è stata particolarmente delicata, infatti ho deciso di mascherare, oltre tutte le parti cromate del telaio e della forcella, anche la decal del tubo sterzo con l'aquila di Treviglio, le fascie con le scritte Bianchi, la decal dei "prodotti speciali Campagnolo", quello che resta dell'adesivo Columbus KL.
Per le parti piccole e cromate ho utilizzato una pasta modellabile per seguire precisamente i piccoli contorni, la testa della forcella, la congiunzione dei pendenti e altri particolari cromati dovevano essere protetti ed era difficile fare una mascheratura con nastro carta.
La verniciatura è stata "selettiva", è stato verniciato in maniera più coprente il telaio nelle zone rovinate, sfumando verso le zone coperte dalla mascheratura delle decal. Si sono ripetute più volte carteggiatura e verniciatura con pistola a spruzzo. Fino ad un risultato soddisfacente. E' stata necessaria una ulteriore fine levigatura dopo la rimoizione delle maschere.
Finitura con trasparente lucido su tutto il telaio. Avrà ritrovato splendore il colore mantenendo il fascino di una bicicletta anni '80?
Il mio giudizio è molto buono, si voleva salvare capra e cavoli, e c'era l'evidente rischio di non riuscire e perdere entrambi. Un giudizio finale lo riservo al termine del restauro, ora c'è ancora l'assemblaggio dei componenti. Segue nel prossimo articolo sulla Bianchi Specialissima 1981.